Il sintomo principale del mutismo selettivo, cioè la “costante incapacità di parlare in situazioni sociali specifiche in cui ci si aspetta che si parli (per es., a scuola) nonostante si sia in grado di parlare in altre situazioni” (APA, 2013), è stato collegato da diversi autori al freezing (Shreeve, 1991; Shipon-Blum, 2007; D’Ambrosio 2015). Il freezing è una risposta di difesa automatica molto arcaica innescata dall’amigdala, un centro del cervello sensibile al pericolo. Il freezing è una reazione che condividiamo con la maggior parte dei vertebrati, ed è associata agli stati emotivi di paura/ansia. Essa induce l’organismo all’immobilità. Recentemente è stata avanzata l’ipotesi di un’origine autonomica del mutismo selettivo (D’Ambrosio, 2015). La risposta di freezing infatti è organizzata dalla parte più antica del sistema nervoso autonomo, i circuiti del vago amielinico, e nelle persone con mutismo selettivo, si ipotizza una soglia bassa nell’innesco del freezing il quale colpirebbe prevalentemente la fonazione, la facoltà di maggiore rilevanza della nostra specie. Tuttavia nei casi più gravi e nelle situazioni sociali percepite con maggiore avversione, l’immobilizzazione risulterebbe in ogni caso generalizzata. Quando l’ambiente sociale è percepito come non avversivo, il sistema nervoso autonomo sostiene l’interazione umana e con essa la fonazione, attraverso la specifica azione di un sistema chiamato da Porges (1995, 2007) “sistema di ingaggio sociale”. Il sistema è composto dai circuiti del vago mielinico che predispone la persona alla comunicazione verbale sia in emissione e sia in ricezione. I bambini con mutismo selettivo in contesti particolarmente rassicuranti e familiari, secondo l’ipotesi autonomica, non hanno difficoltà ad attivare il sistema di ingaggio sociale, tuttavia a causa del meccanismo di freezing a soglia bassa, di fronte anche a piccole variazioni nella percezione di “pericolo” sociale, sopravviene la risposta più arcaica di freezing (D’Ambrosio, 2015). La predisposizione all’ansia e all’immobilizzazione dei bambini e delle persone con mutismo selettivo può essere compensata regolando i gradi di rassicurazione situazionali di fronte a stimoli sociali avversivi (gli estranei), in modo da contenere la risposta di immobilità e il mutismo sotto la soglia di innesco. Questo meccanismo di modificazione appare particolarmente compatibile con programmi terapeutici di ispirazione cognitivo-comportamentale, di norma proposti per i bambini con mutismo selettivo (D’Ambrosio e Coletti, 2002; Viana e colleghi, 2009; Shipon-Blum, 2010), basati sulla progressiva esposizione e adattamento alle diverse situazioni sociali, nonché sul sostegno dell’apprendimento di modalità di interazione sociale evolute, attraverso il controllo delle contingenze. L’ipotesi autonomica apre nuove prospettive nello studio del mutismo selettivo e del suo trattamento. In primo luogo, indirizzando l’attenzione sulla risposta autonomica di questi bambini si suggerisce lo studio approfondito dell’azione del sistema nervoso autonomo, con il controllo di eventuali parametri psicofisiologici correlati al disturbo. L’altro suggerimento, immediatamente praticabile, è l’introduzione nei protocolli di trattamento, almeno per i bambini più grandi e per gli adolescenti, di pratiche di intervento più direttamente orientate alla regolazione dell’attività autonomica con tecniche di biofeedback, così come già avviene per i disturbi del linguaggio suscettibili all’azione dell’ansia (D’Ambrosio, 2014) e per i disturbi d’ansia.
Mario D’Ambrosio – psicologo e psicoterapeuta
Per contatti 329.2218646
Per informazioni sul trattamento
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition, DSM-5™. American Psichiatric Publishing, Arlington, VA. In italiano: DSM 5™ Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Raffaello Cortina Editore, Milano (2014).
D’Ambrosio Mario (2014) Balbuzie e attività autonomica: il biofeedback training. I care. 39(1), 19-23.
D’Ambrosio, M. (2015). Alle origini del mutismo selettivo: un’ipotesi di disfunzione autonomica. I care. Scarica: Alle origini del mutismo selettivo di Mario D’Ambrosio
D’Ambrosio M, Coletti B (2002). L’intervento cognitivo-comportamentale nel trattamento del mutismo selettivo. I care, 27:3, 97-103.
Porges, S. W. (1995). Orienting in a defensive world: Mammalian modifications of our evolutionary heritage. A polyvagal theory. Psychophysiology, 32, 301–318.
Porges, S. W. (2007). The polyvagal perspective. Biological Psychology, 74(2), 116–143.
Shipon-Blum, E. (2007). When the words just won’t come out: Understanding selective mutism. http://www.selectivemutism.org/resources/library/SM%20General%20Information/When%20the%20Words%20Just%20Wont%20Come%20Out.pdf.
Shipon-Blum, E. (2010). Comprendere il mutismo selettivo. La Meridiana. Molfetta (BA).
Viana, G. B., Beidel, D. C., Rabian, B. (2009). Selective mutism: A review and integration of the last 15 years. Clinical Psychology Review, 29 (2009) 57–67.