Spesso mi capita di ricevere richieste di aiuto da parte di giovani intenzionati a partecipare ai concorsi per le FF. AA. per superare la propria balbuzie. Per quanto il problema sia risolvibile in buona parte dei casi, resta fuori chi non può permettersi un trattamento o chi pur facendolo non ha avuto risultati sufficienti per escludere la diagnosi di balbuzie da parte della commissione, subendo per questo una vera e propria discriminazione. È proprio così: se un giovane o una giovane che balbetta intende partecipare a un concorso per le forze armate (compresi i carabinieri e le altre forze di polizia) in Italia è considerato “inidoneo” a causa di una condizione rientrante nei “disturbi della parola anche se in forma lieve (balbuzie, dislalie, disartrie)”. Consultate i bandi di concorso specifici e troverete proprio le parole che ho messo tra virgolette. Ora, negli anni in cui la vita e la tecnologia militare richiedono ben altre attitudini che gridare fluidamente gli ordini “ATTENTI” e “RIPOSO” – che, paradossalmente, vanno espressi proprio con una pausa nel mezzo a mo’ di parola balbettata (AT-TENTI!; RI-POSO!), un restrizione del genere è praticamente assurda. Un agente dell’Arma dei Carabinieri che indaga sul furto di un Caravaggio, uno di Pubblica Sicurezza che intercetta sul web una rete di pedofili, un maresciallo della Guardia di Finanza che controlla i conti di un grande evasore, un ufficiale della Guardia Forestale dello Stato che indaga sulla importazione illegale di animali esotici, ha proprio bisogno di parlare fluidamente per fare bene il suo lavoro? Ho i miei dubbi, e in tutta sincerità, intravedo nella persistenza di questi regolamenti degli elementi di pregiudizio, che portano a vedere la balbuzie come il segno di qualcosa che includa instabilità emotiva e scarse abilità. In questa chiave, l’esclusione delle persone che balbettano dai concorsi per le forze armate è un vero e proprio atto di discriminazione. Incoraggio gli aspiranti militari con balbuzie esclusi dai concorsi, a muovere i ricorsi e tutte le azioni legali per verificare la costituzionalità di tale limitazione (art 3, art 52 della Carta Costituzionale). Abbiamo bisogno di militari e uomini di stato emotivamente stabili, leali, coraggiosi, con senso del dovere, intelligenti e preparati, eventualmente anche fisicamente preparati. A parte il fatto che addirittura del personale risultato idoneo alle selezioni, a volte ha dimostrato di avere ben poco di tutto questo (alcuni casi di cronaca passati in giudicato lo dimostrano) mettendo in discussione la qualità di queste selezioni, non c’è alcuna ragione per ritenere tali qualità precluse alle persone che balbettano. Eventualmente manchino al candidato, va dimostrato a parte dalla balbuzie.
Fortunatamente non è stato sempre così. la Royal Navy (notate bene sto parlando della marina militare britannica della prima metà dell’ottocento, nel periodo di suo massimo sviluppo) non mostrò un atteggiamento così discriminante, quando concesse a una persona che balbettava, C. Darwin, di assumere l’incarico di naturalista di bordo nella mitica spedizione del brigantino Beagle. Una scelta fortunata che diede a Darwin l’opportunità di dare origine a una delle più importanti teorie scientifiche di tutti i tempi, e a noi di conoscerla.
Mario D’Ambrosio